La seconda Doc della Basilicata è un taglio bordolese (50% Merlot e 30% Cabernet Sauvignon) con una percentuale del 20% di eventuali altre uve rosse per personalizzare il vino. Noi preferiamo l’autoctono Aglianico, per il forte apporto di estratto e tannini che ben si bilanciano con la rotondità del Merlot. Se ne ottiene un vino molto particolare e caratterizzato, ben difficilmente riconoscibile come “taglio bordolese” normalmente conosciuto. Non deve meravigliare l’impiego dei due vitigni internazionali: essi sono tradizionalmente usati  in Val d’Agri da quando, fin dal ‘700, la gran quantità di musicisti di strada, prevalentemente originari di Viggiano, in giro per il mondo. erano soliti portare al loro paese quanto di meglio conoscevano nei vari paesi da loro visitati.

Grappolo di Merlot
CABERNET SAUVIGNON

Del resto uno dei migliori cru della DOC è proprio in  Località S.Lorenzo, contrada così denominata perchè vi erano piantate  le vigne della Certosa di S.Lorenzo, di Padula. Com’è noto nel paludoso ed umido Vallo di Diano non sussistevano condizioni pedoclimatiche adatte alla coltivazione della vite.

Oltre all’Aglianico anche Montepulciano, Sanginella, Primitivo, Asprinio, Fiano, trovano modo di esprimere sentori e fragranze originali.

Grappoli d Aglianico su Cordone speronato
Grappoli d Aglianico su Cordone speronato

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