

Con il procedere della Ricerca Basivin si va sempre di più delineando l’importante ruolo svolto dall’antica Lucania come “hub” della biodiversità varietale di antiche varietà vi vitis vinifera. L’area è centrata in quella che è identificata come Terzo Centro di Domesticazione della vite nel suo percorso dal Caucaso verso occidente e che si pone anche al centro di quelle vie fluviali percorse dai coloni greci dallo Jonio al Tirreno e verso l’Apulia, interagendo, coi loro traffici, con le genti Lucane.


L’esplorazione dell’area, iniziata nel 2007 e tuttora attiva, ha portato al recupero di 561 vitigni reperiti nei vecchi vigneti delle aree della Val d’Agri, del Pollino e del Vulture con la fondamentale collaborazione di viticoltori locali che con notevole passione e sacrificio, continuano a coltivare vecchie vigne, mantenendo in vita ceppi “storici” di provenienza sconosciuta. La grande parcellizzazione degli impianti, dedicati ad una produzione da autoconsumo ed il relativo isolamento dell’area montuosa centrale, ha contribuito a mantenere in vita usi, costumi e tradizioni che oggi si dimostrano essenziali per la caratterizzazione di una notevole biodiversità. In quest’ambiente si svolge la ricerca del germoplasma viticolo, dove si pensa che il vigneto sia sempre stato una componente essenziale del territorio.

Tra i 561 vitigni reperiti ed analizzati, la ricerca ha evidenziato una ricchezza dell’assortimento varietale che ha portato alla selezione di una quarantina di vitigni finora sconosciuti e che potremmo a buon ragione chiamare Autoctoni dal momento che sono ritrovati vegetali con denominazioni in vernacolo, mai inseriti nei data base del CRA-VIT e presenti in pochi esemplari in antichi vigneti del territorio lucano. Essi sono la testimonianza della storia Lucania e dell’importanza di quest’area quale “nursey” di nuovi vitigni nel nucleo del Centro di Domesticazione Terziario della Vite. Ne è un chiaro esempio la Malvasia ad Acino Piccolo, risultata, all’analisi del DNA, un genitore della Giosana e della Jusana, a loro volta imparentate fra loro.
Questa collocazione è essenziale per arrivare a stabilire il senso corretto della propagazione di vitis vinifera dal Terzo Centro verso il Quarto Centro di domesticazione dove sono reperiti vitigni francesi che evidenziano rapporti di parentela con gli antichi vitigni lucani, suggerendo un senso inverso di emigrazione del materiale viticolo generalmente finora considerata in senso contrario.