Durante una visita del titolare della Worldwide-vineyards, sempre interessante ed istruttiva, si parlava della possibilità di combattere il mal dell’esca con gli innesti a gemma. Questa tecnica era già usata dai romani e consente di innestare i due bionti con minimo stress per la vita biologica della pianta innestata. Ovviamente questa tecnica richiede manodopera specializzata per praticare gli innesti in campo, come fanno alla Worldwide-vineyards, che fornisce ampio know.how durante la preparazione e l’assistenza per la riuscita degli innesti.
Molto interessante la sezione di una vite Sovrinnestata, già colpita dal marciume dell’esca, che mostra un tralcio sano in pieno vigore, originato dalla gemma innestata.
Purtroppo nel fusto originario sono già visibili le prime tracce del marciume, che origina dall’innesto originale ad omega.
È evidente che se si vuol salvare l’apparato radicale si dovrebbe innestare sul selvatico, mantenendo la piena produzione, che si perde solo per un anno. In ogni caso è confortante notare l’integrità del tralcio dell’innesto, ma in questo caso servirà solo a prolungare la vita della vite originaria che prima o poi sarà danneggiata dal mal dell’esca.