Vite di 8 anni innestata in vivaio con innesto a omega
Vite di 8 anni innestata in vivaio con innesto a omega

Vitigni   resistenti

Ormai  siamo pronti a strumentalizzare anche l’ultima calamità: la siccità! Dal 2007 la Rauscedo divulga la ricerca dell’Università di Milano condotta dal Prof Scienza circa lo sviluppo dei nuovi portinnesti  M (come Milano) volti a migliorare  l’espressione vegetativa, l’espressione produttiva e  lo sviluppo vegetativo delle varietà innestate. Vedi il lin – Quaderni Tecnici N° 17  http://www.vivairauscedo.com/quaderni-tecnici

Ma dopo l’infuocata estate 2017 improvvisamente il Prof Scienza parla dei portinnesti  M come  resistenti alla siccità! Nel Quaderno Tecnico Rauscedo n°17 si può vedere come il carattere “resistenza alla siccità” nella ricerca non è mai nominato e nella tabella delle caratteristiche dei nuovi portinnesti tale carattere sia condiviso anche con i portinnesti tradizionali. Se proprio il Prof Scienza vuole impegnarsi in un’opera meritoria, perché non si dedica ad una ricerca per debellare la Fillossera, per piantare viti franche di piede, abolendo  ogni problema di adattabilità della vite europea ai vari climi e terreni e tornando così ad una viticoltura più autentica.

Vite di 20 anni innestata in campo a gemma-
Vite di 20 anni innestata in campo a gemma-

D’altra parte le attenzioni dei vivaisti sono sempre state rivolte a caratteristche quali la facilità di attecchimento, l’affinita di innesto, la vigoria, la produttività, guardando più i caratteri tecnologici  e morfologici che  quelli enologici. come già successo anche nella conduzione del vigneto, dove sono stati adattati i sistemi di allevamento alle macchine, e non viceversa.

Una seria ricerca volta allo studio di tecniche che abbiano per obiettivo il miglioramento delle tecniche di allevamento della vite ed alla sua salute non è negli obiettivi dell mercato vivaistico. E’ ormai certo che l’innesto in campo di proprie marze su portainnesto radicato migliora enormemente la vita e la resistenza dei nuovi vigneti. Questi  tornerebbero ad essere centenari, conservando una omogeneità ed uno stato sanitario che oggi, già dopo 20/30 anni è scaduto e richiede un reimpianto, come suggerito dalle moderne tecniche vivaistiche.

Le foto non richiedono spiegazioni.

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