Piacevole e distensiva serata all’Ottocento di Grumento Nova, trascorsa nella conoscenza del buon vino e del corretto modo di berlo ed apprezzarlo.

La relazione di Luca Gardini
La relazione di Luca Gardini

Star della serata il Sommelier Luca Gardini, che ha condotto per mano gli intervenuti alla scoperta dei vini seguiti in cantina dall’enologo Fabio Mecca, anch’egli presente- La preparazione tecnica di Gardini. Che è stato anche miglior sommelier del mondo nel 2010, unita alla coinvolgente e trascinante cadenza romagnola, ci ha guidato alla conoscenza dei vini di alcune cantine che l’Enologo Mecca ci ha presentato.

Il Primo vino è stato sicuramente molto originale, essendo ottenuto da uva Passerina, in..trasferta nel Lazio, presso la Cantina Tenuta Santa Lucia, Annata 2014: è risultato molto fresco e diretto,con un buon profumo di fiori bianchi ed un tanto di piccante, che ne arricchiva la beva, nonostante il corpo alquanto esile.

Si è passati poi ad un altro vino dell’azienda campana Villa Dora, 2013, molto particolare perché ottenuto da un uvaggio del ben noto Fiano, in abbinamento ad un autoctono campano poco diffuso, il Caprettone. Il risultato è stato ottimo, dal momento  che le note floreali e medicinali ben si legavano alla morbida tannicità ed al gusto minerale che si  accusava in bocca. Notevole corpo e persistenza,

Si è passati poi ad un altro vino di nicchia, essendo questo un Aglianico 2012 vinificato in bianco.della nota Azienda Paternoster, che pur dichiarando pulizia e nettezza, calava alquanto nella consistenza, e non poteva essere altrimenti, dal momento che, secondo noi, era stato spogliato dei componenti migliori di quell’uva,

Si è quindi passati ai rossi con un Taurasi, Ricordi 2009 dell’Azienda Vigna Villae, dal tipico sentore di mora e liquirizia, con gusto terroso, accompagnato da un frutto corposo amaricante che ben contraddistingue i vini con questa provenienza, come ha ben illustrato Gardini.

La sala del L'Ottocento
La sala del L’Ottocento

E’ stata quindi la volta di un altro Aglianico, questo del Vulture, Az Paternoster, Rotondo 2004, dal vivace colore rosso che non denunciava l’età e la notevole freschezza che ancora esibiva.Al naso un consistente sapore terroso con forti aromi di amarena  e frutti neri. Ancora ruvido al gusto, caratterizzato da un frutto polposo e sentori medicinali di chinotto.

A conclusione della serata ad accompagnare le bottiglie superstiti, un ricco tagliere di prodotti tipici lucani e per chiudere ancora un vino particolare, un moscato di Saracena passito, dell’azienda calabrese Feudi di S.Severino del 2008, che alzava ben 18 gradi, ma molto ben sostenuti dalla notevole acidità e dall’equilibrate note di canditi e leggera resina. E’ stato il complemento ideale per un ottimo panettone artigianale servito in chiusura di serata.

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