Vigneto ai piedi di Viggiano
Vigneto ai piedi di Viggiano

E’ giunta al termine la ricerca commissionata dal Comune di Viggiano, dall’ALSIA e dal Consorzio DOC Terre dell’Alta Val d’Agri al CRA di Turi (BA) ed al CNR di Tito Scalo (PZ). Con un Convegno che si terrà a Viggiano il 25 di Settembre prossimo,finalmente i risultati di otto anni di lavori saranno resi noti per mezzo della pubblicazione di un volume che descrive i vari e complessi aspetti del lavoro svolto.

La relazione sui risultati raggiunti sarà esposta dai principali artefici del notevole lavoro di ricerca effettuato: per la ricerca genetica ed identificazione dei vitigni, il dott Angelo Raffaele Caputo del CRA ; per quanto riguarda invece le ricerche storiche ed i riferimenti culturali, sarà il dott Stefano  Dellungo, archeologo del CNR, il quale, con il supporto del collega agronomo Canio Sabia, ha intessuto la complessa trama della viticoltura Lucana, con particolare riferimento alla storia dell’Agianico.
Le indagini condotte sui vitigni indagati, circa 480, per l’identificazione degli stessi e sulla storia che la vitivinicoltura lucana custodisce da sempre, hanno rivelato un patrimonio di biodiversità straordinario, aspetti culturali inconsueti e vitigni dimenticati che vanno assolutamente salvaguardati e propongono questi ritrovamenti come un eccezionale volano per un rilancio della vitivinicoltura della Val d’Agri.
Particolarmente interessanti sembrano essere l’Aglianico precoce o scerpola, l’Uva antica e il Castiglione tra i rossi mentre promettono interessanti qualità la Giosana, l’Aglianico bianco e la Santa Sofia, tra i bianchi.
A questo punto però, ancora un notevole lavoro attende i viticoltori lucani che dovranno prima propagare le poche viti collezionate e quindi trovare il corretto metodo di allevamento e di vinificazione per valorizzare vitigni le cui caratteristiche sono state finora ignorate.

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