Il dibattito sul “vino biologico” non investe solo la questione dei solfiti (a nostro parere la questione minore!) ma parte dalla normativa del biologico in generale, già in vigna, con le massicce dosi di rame che la viticoltura biologica ammette. Inoltre bisogna dire che le dosi massime ammesse sono largamente superate nella pratica, se si vuole ottenere uva veramente sana, con gli andamenti climatici di oggi.
Il prof Fregoni interviene sull’argomento:
Così commenta il professor Mario Fregoni, fra i più noti esperti di viticoltura al mondo. ““È un passo in avanti, ma resta la preoccupazione di far osservare le regole, dato che di solito i controlli non sono sufficienti. Altrimenti si rischia di prendere in giro il consumatore con l’idea che qualcosa sia più naturale o più salutare. Il miglior controllo sarebbe quello analitico, dato che oggi ci sono diversi laboratori attrezzati: se facendo delle analisi trovo molecole diverse da quelle ammesse, è evidente che l’inosservanza è del produttore. Per me il vino in genere, biologico o no, dovrebbe avere un etichetta dove si dichiarano tutte le sostanze non strettamenti pertinenti all’uva e alla sua trasformazione, e dunque si dichirano gli additivi ammessi nella UE. È comunque paradossale che sia proprio l’agricoltura biologica (oltre a quella biodinamica) a non aver impedito l’uso di una sostanza tossica come il rame nel terreno. Il rame è un inquinante. Non tanto tossico per l’uomo in quanto durante la fermentazione precipita, quindi non è mai sopra i livelli consentiti. Ma è tossico per l’ambiente: è un inquinante del terreno, specie nei paesi del Nord Europa che hanno terreni acidi dove è pericolosissimo perché viene assorbito dalla pianta. Da noi invece i terreni acidi sono al più il 1-2% (come in Francia Spagna o Portogallo), noi abbiamo terreni calcarei e alcalini o ricchi di sodio, in cui il rame viene praticamente reso inattivo e non assorbibile dalla pianta. Il rame però è tossico anche verso i batteri e i funghi e tutti gli esseri viventi che popolano il terreno e che sono intossicati. Si consideri che non si è mai usato il rame in agricoltura fino alla fine dell’Ottocento, quando abbiamo “importato” dall’America oidio e peronospora, oltre che la fillossera”.
Questo per quanto riguarda l’uva biologica, ma la nuova normativa sul “vino biologico” ammette ben altri additivi, particolarmente quelli ammessi in cantina, dove non ci hanno risparmiato nemmeno i “trucioli”…..
interviene anche sugli additivi da usare in cantina in vinificazione. E’ su questo argomento che pensiamo si svolgerà il dibattito di vinificatori ed enologi e noi saremo attenti a cogliere umori e sensazioni, facendovene partecipi.